
Oggi voglio parlare di un’armonica abbastanza sconosciuta, ma utilissima per aumentare ancora un po’ le nostre possibilità espressive.
Come dicevo in questo articolo dedicato alle posizioni, l’importante quando si suona l’armonica è variare le sonorità, onde evitare di cadere sempre nei soliti riffs e annoiare di conseguenza il pubblico che si ha di fronte; è bene, quindi, strutturare una scaletta che permetta di suonare brani sia in elettrico che in acustico e di sfruttare, durante il concerto, tutte le posizioni che si conoscono.
E fin qui nulla di eccezionale: sono “trucchetti” normali, che dovrebbero far parte del bagaglio musicale di ogni armonicista.
Oggi però voglio aggiungere, a tutto questo, una cosa che solo in pochi sfruttano: esistono sul mercato delle armoniche diverse da quelle che tutti noi conosciamo, magari accordate in maniera differente da quelle classiche. Non sono un amante delle novità né delle armoniche modificate a tal punto da diventare quasi un altro strumento: le uniche armoniche particolari che utilizzo sono le Marine Band 364/24 e 365/28.