Chi mi conosce e segue i miei eventi sa che ho quasi una fissazione per il suono del treno: sono pochi i concerti in cui non ho fatto il treno con l’armonica e non smetterò mai di studiare per farne sempre di più belli e “sferraglianti”.
Ma perché è così importante il treno nel blues? Come ha fatto ad insinuarsi nella poesia del blues una cosa così fredda e tecnologica?
Le cause sono molteplici:
La prima linea ferroviaria americana fu inaugurata nella prima metà del XIX secolo e in breve tempo si sviluppò una ragnatela di binari che si estende ancora oggi lungo tutto il territorio statunitense. Com’è noto, proprio in quegli anni negli Stati Uniti imperversava la schiavitù e la tratta degli schiavi neri che, occupati a lavorare nelle piantagioni, vedevano con i loro occhi lo spettacolo delle prime locomotive a vapore.
Immaginatevi cosa dovesse significare, per uno schiavo, sentire in lontananza avvicinarsi un treno ad una velocità (per l’epoca) spaventosa: sicuramente il primo pensiero che gli veniva in mente era quello di correre via, raggiungere il treno, saltare su un vagone ed abbandonare quella terra di schiavitù. Questo pensiero veniva subito spazzato via dalla realtà della situazione: era bloccato in una piantagione, controllato dal suo padrone. E se non si fosse rimesso subito a lavorare invece di fantasticare, potevano anche arrivare parecchie frustate….
A distanza di qualche decennio, una volta abolita la schiavitù, gli ex-schiavi neri in cerca di fortuna come musicisti iniziarono ad utilizzare proprio i treni come mezzo di trasporto per spostarsi da una città all’altra in cerca di ingaggi e di locali in cui suonare. Erano quindi abituati a vivere praticamente in stazione e sfruttavano le lunghe attese tra un viaggio e l’altro per suonare ed esercitarsi.
Ecco perché il suono del treno è diventato così importante per i bluesmen: rappresentava la libertà. Il treno era il simbolo di un qualcosa che aveva il potere di portarli via dalla loro condizione di schiavitù e povertà una volta per tutte. Era quindi importantissimo saper imitare quel suono, divenuto nel corso degli anni la massima espressione della sofferenza/speranza del popolo nero americano.
Nei miei corsi insisto sempre con questa cosa del treno: è necessario per chi vuole imparare a suonare l’armonica esercitarsi anche nel fare questa particolare esecuzione, per due ragioni principalmente:
1 – Abbiamo il compito di preservare questo patrimonio umano e culturale: se non riproponiamo dal vivo il treno con l’armonica, prima o poi andrà perso e resterà, forse, citato solo in qualche libro specializzato.
2 – Il treno è di impatto e bisogna sfruttarlo nei propri concerti per comunicare qualcosa di importante al pubblico che si ha di fronte e per fargli ascoltare una cosa che, quasi sicuramente, non ha mai sentito. Io di solito lo propongo verso metà scaletta: resto da solo sul palco e lo eseguo dopo aver spiegato velocemente l’importanza di quello che sto per fare. Se mi trovo in un locale piccolino tanto meglio: prendo posizione in mezzo al pubblico e lo suono senza l’ausilio di microfoni, facendolo sentire direttamente dall’armonica nuda e cruda.
Spero di essere riuscito a trasmetterti la voglia di provare a fare un bel treno con l’armonica: vai ed esercitati!
Se ti ho incuriosito e vuoi ascoltarne subito uno, clicca qui: troverai un treno registrato da me qualche anno fa.
Se hai bisogno di aiuto, o vuoi perfezionare i tuoi treni, non esitare a scrivermi per avere informazioni sul corso di armonica!
Nick