Se hai un’armonica in casa e hai già provato a soffiarci dentro, ti sarai sicuramente reso conto che le note che senti sono molto strane. Avrai addirittura pensato anche che ti abbiano venduto uno strumento difettoso.
In realtà, l’armonica è accordata in maniera molto particolare. Andiamo a vedere, per esempio, come sono disposte le note in un’armonica in C (per comodità, utilizzo la notazione anglosassone):

Come puoi vedere, le anomalie sono parecchie: nel secondo foro aspirato manca il Fa, il Sol è ripetuto due volte nei fori 2 aspirato e 3 soffiato e nel terzo foro aspirato manca il La.
La seconda ottava (dal quarto al settimo foro), invece, è completa: dal quarto al settimo foro troviamo tutte le note in ordine (attenzione al passaggio tra sesto e settimo foro, però: il Si e il Do sono invertiti!).
La terza ottava (dall’ottavo al decimo foro), infine, ripresenta uno schema anomalo, come la prima. Innanzitutto, la disposizione riprende quella del settimo foro: le note più basse in aspirato, le più alte in soffiato (dal primo al sesto foro, invece, troviamo le note più basse in soffiato e le più alte in aspirato). Nel decimo foro, per concludere, manca il Si.
Ci sono dei motivi ben precisi se troviamo un’accordatura così particolare in un’armonica diatonica, ma purtroppo parlarne in un semplice articolo risulterebbe veramente molto complicato. Più che altro, ora mi interessa rispondere ad una domanda che sicuramente ti sarai già posto o che ti porrai a breve:
“Ma…. visto che ogni armonica è accordata in una tonalità diversa… dopo che sono diventato pazzo ad imparare a suonare con un’armonica in Do, devo andare a studiare anche le accordature di tutte le altre armoniche e imparare a suonare nelle altre tonalità?!”
In realtà, anche se consigliato, non è necessario studiare l’accordatura di ogni singola armonica. Questo perché quando hai imparato a suonare con un’armonica di una tonalità, cambiando armonica non dovrai cambiare assolutamente niente del tuo modo di suonare, perché ti ritroverai sempre le note che ti servono al solito posto, esattamente come eri abituato con la tua prima armonica.
Mi spiego meglio con un esempio pratico: su un’armonica in D avremo delle note diverse rispetto ad un’armonica in C, perché appunto sarà accordata secondo la scala di D. A questo punto, apro una piccola parentesi su come si costruisce una scala.
Bisogna prendere come riferimento la scala di Do:
C -tono- D -tono- E -semitono- F -tono- G -tono- A -tono- B -semitono- C
Per costruire la scala di Re (per farti un esempio pratico), bisognerà rispettare la distanza di toni e semitoni scritta sopra, aggiungendo dei Diesis (#) qualora dovessimo modificare una nota per ottenere il giusto intervallo tra due note:
D -tono- E -tono- F # -semitono- G -tono- A -tono- B -tono- C # -semitono- D
Bene, una volta compreso questo concetto, torniamo alla nostra armonica.
In un’armonica in D, quindi, non avremo il F, ma il F #, e via dicendo. La cosa meravigliosa, però, è che anche la disposizione delle note sarà diversa: tuttavia, rispecchierà fedelmente lo schema dell’accordatura dell’armonica in C che ho riportato sopra. Ecco come sono disposte le note in un’armonica in D:

Analizziamo e mettiamo a confronto le note che troviamo nei fori 1, 2 e 3 di un’armonica in C e di una in D: ti accorgerai che la disposizione delle note è, rispettando ovviamente la scala corrispondente, esattamente la stessa.
Armonica in C
C
D
E
F (mancante)
G (ripetuto due volte)
A (mancante)
BArmonica in D
D
E
F #
G (mancante)
A (ripetuto due volte)
B (mancante)
C #
Ecco perché, quindi, non è necessario conoscere la posizione delle note di tutte le armoniche: cambiando armonica in base alla tonalità che ci serve, ritroveremo sempre le note della scala corrispondente e, per di più, nella posizione a cui siamo abituati.
Nonostante questo, però, ti accorgerai che mancheranno sempre delle note: nell’armonica in C, per esempio, salta subito all’occhio la mancanza di tutti i Diesis. Per ottenerli, occorre padroneggiare la tecnica del bending, ma di questo ne parleremo in un altro articolo!
Se vuoi capire meglio i concetti espressi in questo articolo non esitare a contattarmi:ho cercato di rendere la spiegazione più semplice e meno tecnica possibile, ma mi rendo conto che sono argomenti complessi e difficili da comprendere solamente con l’aiuto di poche righe. Spero, nonostante tutto, di esserti stato utile.
Buono studio!
Nick
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