Jimmy Reed: Live At The Carnegie Hall

JR

Jimmy Reed è un musicista veramente particolare e, purtroppo, non molto conosciuto tra i non addetti ai lavori. La prima volta che ho ascoltato una sua canzone (Baby What You Want Me To Do), ricordo che non mi è piaciuto granché: voce stridula, chitarra basica, armonica troppo ululante e scarna. Inutile dire che, all’epoca, non capivo un cavolo di musica…

Quelli che per me erano difetti, in realtà si sarebbero rivelati poi i punti di forza di Jimmy Reed: oggi lo amo appunto per la voce stridula, la chitarra che gira sempre attorno ai soliti riffs e, soprattutto, per la sua armonica scarna.


Prima di tutto, in Jimmy Reed bisogna entrare nell’atmosfera delle sue canzoni: lo shuffle regna sovrano e ce lo ritroveremo sempre, in ogni sua composizione. Tutto ruota attorno al blues più crudo, non c’è niente di più: nessuna influenza di altri generi o di altri musicisti. Jimmy suona il Blues, quello vero, quello che ti muove dentro. Non gli interessa fare grandi cose, né con l’armonica né con la chitarra: suona quello che si sente di suonare. Lo stesso vale per la voce: canta con la sua voce, non è impostato, gli interessa solamente comunicare quello che ha dentro.

Jimmy Reed è un esempio perfetto di un musicista che ha capito come utilizzare il proprio strumento per trasmettere i suoi sentimenti, il suo modo di vivere. L’armonica fa più o meno sempre le stesse cose: è scarna, non troviamo tecniche particolarmente complicate. Ogni nota è lunga, stiracchiata, tirata fino a che non ha più nulla da dire.

Jimmy Reed ci insegna che, in un mondo dove tutto tende al perfezionismo, al virtuosismo, si può anche suonare rilassati. Si può suonare come se nessuno ci stesse ascoltando.

Altro, fondamentale motivo per studiare questo artista, sta nel fatto che prediligeva la prima posizione. La troviamo in quasi tutte le sue canzoni. Se stai imparando a suonare in prima posizione, Jimmy Reed sarà il tuo maestro principale.

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